SÌ ALLA VITA SEMPRE !

di Rosita Sartori (pubblicato su Area3 LUGLIO-AGOSTO 2016)

Cari lettori, questa volta desidero rendervi partecipi di un’esperienza fatta di recente a Biella. Il 9 aprile di quest’anno sono stata invitata, da un amico fotografo del posto, alla quarta Marcia per la Vita organizzata in città. Da quattro anni a questa parte, a Biella, viene proposta dal Comitato Diocesano Pro Vitae e Famiglia questa manifestazione a favore della vita la cui finalità è ben espressa da queste parole dette da un referente del Comitato stesso: “Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata, ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita; ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l’ autorità di distruggere la vita non nata. Chi avrà salvato una vita avrà salvato il mondo intero. Anche tu puoi fare la differenza e cambiare il mondo. Vieni a marciare insieme a noi”.
Sono stata chiamata a portare la mia testimonianza di vita in occasione di una Conferenza -Testimonianza, condotta dalla giornalista Raffaella Frullone, collaboratrice della testata giornalistica Il Timone e dell’Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Italiana, che si è tenuta nel primo pomeriggio, prima della partenza della marcia prevista per le ore 16.00. Il tema centrale dell’evento è stato quello difficile e sempre molto discusso dell’aborto. La mia testimonianza, in riferimento ad una tematica così delicata e attualissima, si è inserita come un racconto delle mie convinzioni dal mio punto di vista: da persona che è stata accolta da subito dalla mia supermamma e che per lei dovevo esserci a qualunque costo e in qualunque condizione. Ho spiegato con tutta me stessa che la malattia, il deficit, se accolti con l’amore disinteressato e non con la pietà, guardando alla persona prima che al deficit, la trasformano in qualcosa di diverso da un peso, da un impiccio da scansare, da uno “scarto”. Cos’ è che si trasforma? Cos’è che cambia? Cambia tutto, in realtà! Sapendo vedere la persona, si riesce a vedere che, sia che il suo deficit sia fisico, sia che sia mentale, lei sa comunicare e trasmettere, a suo modo, amore vero, senza filtri. È che sorprendentemente ci accorgiamo che esiste una relazione, anche in condizioni difficili, una relazione che funziona come le altre che intratteniamo nella nostra vita, con gli amici, con il partner, con i colleghi di lavoro, una relazione verbale, corporea, affettiva, spirituale che si può coltivare, oppure scegliere di chiudere perché non abbiamo voglia o non ne vale la pena o addirittura decidere di non farla neanche iniziare. Durante la Conferenza è stata data la parola anche alla mia supermamma che ha comunicato anche lei il suo punto di vista sulle logiche del rifiuto a priori, a scatola chiusa, prima della nascita. “Nessun essere umano può permettersi di togliere la vita ad un altro essere umano” ha detto lei coraggiosamente “soprattutto se è indifesa, non può reagire e deve solo subire una decisione”. Mi piacerebbe che sempre più persone iniziassero a vedere le cose da questa prospettiva, quella riassunta nella “pietra scartata diventata testata d’angolo”.