LETTERA AL DIRETTORE

di Rosita Sartori (pubblicato su Area3 OTTOBRE 2016 in riferimento all’editoriale di SETTEMBRE 2016)

Caro Direttore,
leggendo il tuo editoriale del mese scorso, intitolato “Il Paradiso non esiste … ”, ho sentito il desiderio di inviarti il mio punto di vista. La rabbia nei confronti dei fatti di cronaca sulle stragi dell’Isis, il male che ci circonda sia nel nostro piccolo sia a livello mondiale, ci insinuano nel cuore sentimenti di sfiducia e rassegnazione che ci fanno sentire impotenti e deresponsabilizzati verso quella che nel Vangelo viene chiamata la “costruzione” del Regno. Il Paradiso, inteso come luogo pieno di piaceri, che uno si conquista con azioni terribili che violentano la vita, credo anch’io che non esista! Credo invece che, come dice Gesù, il Paradiso non sia un luogo ma una “dimensione spazio-tempolare”che l’uomo può vivere se si comporta in un certo modo. Ci si chiede allora qual è questo modo. Io sono arrivata alla conclusione che il modo per costruire il Regno dei cieli, già su questo mondo, sia mettere in pratica il rispetto per il valore della vita, che è un dono unico, attraverso il “prendersi cura dell’altro” come se fosse me stesso. È chiaro che la dimensione paradisiaca si realizzerebbe se tutti gli uomini agissero in questo modo e vista così la cosa sembra un’utopia. Gesù stesso, infatti, ci avvisa che il progetto è difficile da realizzare ma che vale la pena, per vivere una vita piena di senso, scegliere questo modus vivendi. Sono convinta, dunque, che “costruttori del Regno” siano tutti gli uomini che, indipendentemente dalla loro religione, incarnano questo amore fraterno difficilissimo da portare avanti nel quotidiano.