IN VIAGGIO A MEDJUGORJE CON ROSITA

di Rosita Sartori (pubblicato su Area3 GIUGNO 2014)

Carissimi amici lettori,
questa volta desidero farvi conoscere e ricordare con voi alcuni momenti importanti del mio nuovo viaggio a Medjugorje. È la settima volta che ci vado. La prima avevo solo 6 anni e ricordo che ci andai con la mia supermamma, mia nonna, alcuni parenti e amici. Al tempo non c’era nulla, intendo alloggi o alberghi per i pellegrini. Infatti fummo ospitati da famiglie locali e mi rinviene alla mente che anche da bambina, determinata come adesso, volevo assolutamente incontrare uno/a dei veggenti. Così un amico, di nome Ottorino, mi caricò in spalle e mi portò davanti alla porta dell’umile casa di una delle veggenti “Marija”e là, ebbi l’occasione di parlarle. Le dissi di ricordarsi di me durante l’apparizione e di chiedere alla Madonna di farmi camminare e lei mi rispose che certamente lo avrebbe fatto. Durante quella permanenza, poi, non sentimmo più nulla in merito, ma al momento della partenza, prima di salire in pullman ci raggiunse un ragazzo, che si presentò come il cugino di Marija, da lei mandato per dirmi che aveva espresso a Maria la mia richiesta e che la Vergine aveva risposto con queste parole: “Pregate, pregate, pregate!”
Forse non tutti sanno che Medjugorje o Medugorje (che si pronuncia Medjugorje), è un villaggio
situato nell’Erzegovina occidentale, il maggiore dei cinque villaggi che formano la vasta parrocchia cattolica alla quale dà il nome. Il nome storico del territorio che forma il comune di Medjugorje è il “Brotnjo” forse da “broc” che è una pianta erbacea dalla quale si estrae il colore rosso o forse dal greco “brio” ( inverdire, germinare) e “tinos” ( vite) , da cui “Briotinos” ossia territorio ricco di vigneti. In questa zona infatti il prodotto di cui si è sempre vissuto è il vino ( il noto vino erzegovese
“ zilavka”) insieme al tabacco, altro prodotto celebre col nome di “sceginovaz”.
Il Cristianesimo si affermò in queste zone sin dall’epoca romana e oggi questa località è divenuta una delle più famose al mondo e una delle mete di pellegrinaggi con il maggior numero di visitatori.
Il nome “Medugorje” è di origine slava e indica un territorio posto fra (medu) due alture, monti ( gorje) il Podbrdo, chiamato il monte dell’Apparizione, e il krizevac, chiamato invece il Monte della Croce. Questo luogo è conosciuto nel mondo grazie alla storia delle apparizioni mariane avvenute in esso. Il tutto iniziò il 24 giugno 1981, festività di San Giovanni Battista, quando sei piccoli in età scolare, Marija, Mirijana, Ivanka, Vicka, Ivan, Jacov, furono testimoni di un evento straordinario e nuovo. Improvvisamente, videro la montagna piena di luce che ardeva come se avesse preso fuoco. Avrebbero voluto scappare dalla paura ma rimasero e lì ebbero un’apparizione collettiva della Madonna ( Gospa ) che si presentò loro come la “Regina della Pace”. Così racconta il parroco del villaggio del tempo, Padre Jozo Zovko, che ammette che anche lui, come i genitori e i nonni dei ragazzi, subito non credette loro. Non gli credette nessuno, tanto che i piccoli, che continuavano ad avere contatti con la Vergine e a riportarne i messaggi alla popolazione, messaggi soprattutto di pace, furono arrestati e sottoposti a perizie mediche e psichiatriche, dalle quali tuttavia emerse che i bambini erano “sani e normali”, queste le parole dei dodici medici riuniti in consiglio.
Alla fine i veggenti furono creduti e i loro messaggi vengono ancor oggi ascoltati da milioni di persone. Sono i messaggi della Gospa che insistono allora come oggi sulla conversione del cuore, attraverso la preghiera, intesa come recita del Rosario, L’Eucarestia, la lettura della Bibbia, il digiuno, per chi può praticarlo, e la confessione almeno una volta al mese.
Il mio ultimo viaggio è stato come gli altri sempre emozionante e sorprendente. Come nelle altre occasioni anche questa volta niente sembra essere avvenuto per caso e tutto sembrava avere una logica ben precisa. Durante la mia permanenza, come di consueto, abbiamo visitato e vissuto i luoghi della fede e in occasione della testimonianza di una delle veggenti, Viska, ho avuto modo di salutarla, baciarla e di parlarle seppur brevemente. Come è successo anche con l’altra veggente, Mirijana, dopo l’apparizione. Ho avuto anche il piacere di conoscere questa volta Padre Petar Ljubicic, il francescano padre spirituale di Mirijana che ha il compito di custodire i dieci segreti confessati dalla Vergine alla veggente e di comunicarli al mondo al momento opportuno.
Mi porterò sempre il ricordo delle persone incontrate, della loro accoglienza e del loro caloroso e commosso ascolto durante le mie testimonianze fatte, sia ai ragazzi della Comunità “Cenacolo” di Suor Elvira, sia durante il viaggio. Tante sono le persone che ringrazio e che porto nel cuore al ritorno da questo pellegrinaggio, in modo particolare ringrazio Gesù e Maria per avermi regalato due autisti, che si sono rivelati due amici specialissimi, Mirco e Gabriele.
Cari amici, un viaggio come questo può servire per ricaricare le batterie del cuore, per vivere momenti forti di condivisione non solo di esperienze ma anche del grande bisogno di tutti noi di amare e di sentirsi amati.
Vi saluto con le parole della Gospa che preferisco: “Se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia!”