IL MIO RICORDO DI DON LUIGINO PERETTI

di Rosita Sartori (pubblicato su Area3 APRILE 2015)

Il 14 febbraio, nella Chiesa Parrocchiale di San Giorgio ad Arcole (Vr), si è celebrato il rito di estremo saluto al nostro caro Don Luigino. Ho avuto l’onore di conoscere questo amato sacerdote quando è stato Vicario parrocchiale a Lonigo nel 1987. Come hanno detto in molti suoi parrocchiani e non, posso confermare che lui era proprio uno che non poneva limiti al donare e al “donarsi”. Usando le parole di Papa Francesco posso dire che lui, con la sua mitezza e bontà d’animo, ha saputo e voluto “stare nel mezzo del suo gregge”, mettendo al primo posto la necessità delle persone e per ultimo se stesso. Questo suo “modus vivendi” gli permetteva di avere una generosa concretezza come quando quella volta, mi ha raccontato sua sorella Silvia, lei, vedendolo con un paio di scarpe troppo vecchie e consumate, decise di regalargliene un paio di nuove ma quando tornò a fargli visita, gli ritrovò ai piedi le solite scarpe scoprendo che lui le aveva donate a una persona bisognosa. La malattia che lo ha colpito non ha mai spento il suo “esserci” e la sua passione per il suo ministero tanto da voler comunque, pur nei momenti di sofferenza e difficoltà fisica, celebrare la Messa anche da seduto. È proprio vero che, come dice San Paolo, è “quando siamo deboli che siamo forti”, è proprio vero che, come ha saputo fare Don Luigino, il limite della malattia diventa ricchezza quando si è capaci di trasformare la sofferenza in dedizione, offrendola a Dio e ai fratelli. Desidero ora farvi condividere qui sotto il testo della mia testimonianza di amicizia e di gratitudine a Don Luigino, letto in Chiesa durante la celebrazione del suo funerale.
Arcole (Vr), sabato 14 febbraio 2015

GRAZIE DON LUIGINO!

Carissimo Don Luigino,
l’anima mia, da quando ha avuto la gioia di conoscerti, continua a ringraziare l’Altissimo Buon Signore per il grande dono della tua persona. Ricordi? Eri molto giovane quando sei arrivato come cappellano nella mia parrocchia di Lonigo e io nell’1987 ero solo una bambina di cinque anni. Sei stato tu quella volta nel 1990, quando ne avevo otto, il referente della Caritas parrocchiale che ha portato avanti l’iniziativa “Un fiore per Rosita”, una raccolta fondi per permettermi di andare a Philadelphia dal Professor Doman e dalla sua èquipe per un programma di riabilitazione. Quella volta Gesù ha scelto di farti essere il mio “passaporto” per quell’ importante viaggio. Per questa tua straordinaria concretezza e sensibilità io ancora oggi ti ringrazio. L’umiltà e la semplicità, senza mai ostentazione e il tuo essere di poche parole ma di grande “agire”, questo è il modo di essere di te che mi è rimasto dentro e che cerco quotidianamente di fare mio e di trasmettere, a chi Gesù mi fa incontrare, come il modo più efficace di relazionarsi agli altri. Come ho sempre creduto, nulla viene mai per caso nella vita delle persone e per quel che mi riguarda, nella mia mente rimane indelebile il ricordo di quando poi, dopo la mia tesi, ci siamo reincontrati ad Arcole, dove eri parroco, a casa di un’amica comune. È stata una sorpresa per me rivederti allora e anche in quella occasione sei stato più concreto che mai quando, vedendo il mio libro, ti sei alzato in piedi e, commosso, mi hai fatto sentire, più che dirmi a parole, che eri orgoglioso di me e di quello che Gesù e Maria mi chiamano a fare. Da piccola mi sei stato vicino nella necessità e quando sono cresciuta mi hai sostenuta e appoggiata con meraviglia ed entusiasmo, invitandomi anche a portare la mia testimonianza nella tua parrocchia. Sono certa che continui a sostenermi anche ora. Ti voglio bene.
Rosita Sartori